A Ostia, venerdì 27 all’alba, il cancello della sede del
consiglio del tredicesimo municipio (P.zza della stazione vecchia) è
stato “lucchettato” simbolicamente dal collettivo “L’Officina”. In
questo modo si è voluto ricordare all’amministrazione locale, che loro
possono anche sbatterci fuori dalle due stanze situate al secondo piano
dell’ex colonia Vittorio Emanuele (stanze lasciate al degrado, da noi
riqualificate e riconsegnate alla cittadinanza), ma non possono
“sgomberare” le idee che hanno dato vita a questo percorso giovanile
autorganizzato.
Due settimane fa, bloccando il piccolo parlamentino di Ostia,
abbiamo fatto emergere la difficoltà nel continuare il lavoro del
collettivo senza le due stanze. Avevano promesso di riconsegnarci
l’accesso ai locali dello spazio “L’Officina”. Come al solito succede
con le promesse dei politici, lo spazio rimane ancora chiuso e le
persone che dovevano dare delle risposte, restano in silenzio. Con
questo gesto restituiamo al mittente “sgombero e promesse”, nonché
chiudiamo il finto dialogo “strappato” alla maggioranza di governo del
XIII municipio. Hanno criticato il gesto di interrompere pacificamente
un consiglio municipale, dicendo di essere “un amministrazione
disponibile al dialogo” e che non c’era quindi bisogno di usare questi
metodi. A quanto pare dialogo, significa soltanto lasciarti parlare
facendo finta di ascoltarti, cercando di allungare il brodo fin tanto
da farti desistere. D’altronde chi governa decide e tu per loro sei
soltanto un potenziale suddito-elettore.
Ma noi siamo stanchi dei monologhi dei governanti di turno, esigiamo
spazi e non siamo disposti a perdere il nostro prezioso tempo. Non
aspetteremo che la politica dei partiti faccia finta di aggiustare i
disguidi che crea. Solo noi possiamo fare quella “politica” che risolve
i nostri problemi e soddisfa i nostri bisogni. “L’Officina” non erano
solo due stanzette riconsegnate alla città, ma era anche l’idea di
mettere in relazione tante individualità differenti per costruire una
nuova comunità. Un idea che non si fermerà davanti al confine
artificiale della legalità clientelare dei governanti. Vogliono farci
desistere non capendo, che la gente come noi non molla così facilmente.
Avvertiamo la cittadinanza e i politicanti del palazzetto:
“L’Officina” è a caccia di nuovi luoghi da trasformare e riconsegnare
alla cittadinanza. E adesso provateci a fermare.