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Verità per Stefano!

http://www.carta.org/campagne/diritti+civili/18667

Stefano Cucchi, geometra di 31 anni, l’ultima
volta che è uscito di casa, il 16 ottobre, era accompagnato dai
carabinieri e camminava con le sue gambe. Era stato arrestato perché in
possesso di 20 grammi di erba ma per i giornali era un pusher con
cocaina e “pasticche”, mentre in realtà aveva solo alcune pillole per i
suoi attacchi epilettici. Dopo la perquisizione a casa della sua
famiglia è stato portato via dalle forze “dell’ordine”, una notte in
commissariato, poi il processo per direttissima il giorno dopo. Ma in
aula Stefano non era già più lui. Il volto: gonfio. Gli occhi: neri. Il
padre non ha potuto nemmeno parlargli mentre il giudice non gli
concedeva gli arresti domiciliari (prassi per un caso del genere). Poi
la famiglia viene a sapere che Stefano ha dei “dolori alla schiena”, da
Regina Coeli va all’ospedale penitenziario Pertini. Nemmeno lì al padre
viene permesso di vederlo, non si può neanche parlare con i medici,
prima perché si chiede un’autorizzazione, poi perché non ci sono (pare
difficile trovare i dottori in un ospedale). Solo il 23 ottobre arriva
un permesso, ma non è per vedere il ragazzo, è per fargli l’autopsia.

Stefano Cucchi è morto a 31 anni, il suo corpo è ricoperto di
ecchimosi, il volto devastato, gli occhi che sporgono, la mascella
slogata. Ma si parla di arresto cardiaco. I legali della famiglia non
hanno potuto fare le foto al ragazzo. La polizia penitenziaria si è già
autoassolta. Rimane solo il corpo freddo e distrutto di Stefano, rimane
il dolore delle famiglia che per vedere il proprio figlio, il proprio
fratello, è dovuta andare in obitorio.

Il collettivo Officina si stringe nel dolore alla famiglia e agli amici
di Stefano e ci impegniamo a divulgare questa storia che non può
passare sotto silenzio. Fino a prova contraria, l’ assassino di Stefano
è lo STATO!La verità deve assolutamente venire a galla e di questa
storia bisogna parlarne, perché chi tace è colpevole. Bisogna divulgare
ed incazzarsi, perché non se ne può più di queste infamie, di questo
stato che uccide e poi insabbia,che temporeggia e oltraggia con le sue
mensogne, la dignita dei familiari delle sue vittime. Non ne possiamo
più di vedere storie come quella di Stefano Cucchi, Federico
Aldrovandi, Aldo Bianzino, Maurizio Tortorici e purtroppo altri ancora.
 

Noi non dimentichiamo, non la faremo passare liscia!

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Non è Bullismo!

Quello che è accaduto nei
nostri territori sabato scorso è l’ennesimo atto di becero fascismo.

Un ragazzo, identificato come “frocio
comunista” solo per il suo modo di vestire, è stato malamente pestato da tre
ragazzi nei pressi della stazione di Lido Nord, riportando traumi allo zigomo,
una frattura al naso e a una costola. Il collettivo l’Officina è vicinissimo a
questo ragazzo che preferisce rimanere nell’anonimato e condanna fermamente
questo atto di codardia dettato dall’ignoranza fascista.

Non vogliamo assolutamente
parlare di bullismo, perché quello che i tre hanno commesso è chiaramente un’aggressione
di stampo fascista, che oltre al poter essere identificata nei saluti romani
che sono stati rivolti all’aggredito in maniera provocatoria, và a riscontrarsi
nella pratica della violenza vigliacca che si è compiuta. Tre ragazzi contro uno
solo ed in più colpito alle spalle, senza nessun motivo che potesse metterlo in
guardia, nessun atteggiamento provocatorio. Infatti i tre “cuor di leone” si
possono forse essere solo appellati al modo di vestire del ragazzo, a rimarcare
l’ignoranza di un’ideologia che fa della prevaricazione sul diverso e della
CONFORMITÀ i propri presupposti.

La condanna che noi facciamo
non vuole essere come quella che da mesi fanno i vari politici, che ad ogni aggressione
si dichiarano indignati ma non fanno nulla per prevenirle. Siamo pronti a
promuovere forme di solidarietà e protesta contro il fascismo nel nostro
territorio, che rimane tale sia nel coatto che nel membro di associazioni
politiche, che non va scambiato per bullismo, non va minimizzato come fenomeno
giovanile, ma è un prodotto di questo sistema, uno strumento nelle mani di chi
ci vuole tutti uguali e obbedienti.

 

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Manifestazione Nazionale Antirazzista

Il collettivo L’Officina aderisce alle mobilitazioni romane del 17 ottobre contro ogni forma di razzismo.
Il razzismo è un prodotto di questa società che instaura paura nell’individuo, soprattutto attraverso i media, burattini di chi ci vorrebbe tutti obbedienti. Questa paura viene sapientemente distribuita per poi giustificare le repressioni dell’individualità, ma anche per distrarre i più dai veri problemi che ci affliggono, come la disoccupazione, il precariato, gli affitti delle case, il costo della vita, tutti problemi che passano in secondo piano davanti l’ingiustificata fobia del diverso. Si fanno speciali “d’informazione” sul padre mussulmano che ha ucciso la figlia che frequentava un italiano, si passa sottovoce il tentato omicidio di un padre italiano che cerca di uccidere la figlia che frequenta un albanese. Questo per spiegare come le razze non esistono, si creano! Il nostro territorio è sempre stato un bacino di incontri culturali, dall’arrivo dei greci nel meridione, ai celti nel nord, i troiani di Enea, gli africani di Annibale, spagnoli, normanni, saraceni. Il razzismo nella penisola non può essere tollerato, perché noi stessi siamo figli di immigrati, noi stessi siamo migranti. Questa manifestazione è quindi la risposta a chi ci vuole impauriti e scoraggiati, una mobilitazione per dimostrare che non siamo codardi, che non ci facciamo prendere in giro da chi vuole farci scaricare le colpe di questa infame società!

Gli appuntamenti sono alle 12 in Piazzale Aldo Moro, da dove poi si raggiungerà il concentramento della manifestazione nazionale alle 14 di Piazza della Repubblica.
Against Racial Prejudice!

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No Casa Pound

Pubblichiamo il video prodotto dal Collettivo Autorganizzato Universitario – Napoli su "l’associazione culturale" Casa Pound.

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Incipit

Dai graffiti rupestri al mitico 3w!

L’Officina esce dal brodo primordiale ed entra nella rete. Domani impareremo a leggere, promesso.

Nel frattempo ci limitiamo a lasciare in questa notte, né buia né tempestosa, qualche manciata di lettere, per dare un po’ di colore e vitalità a questo blog appena venuto al mondo.

 

"Là, dove lo stato cessa, li vedete, fratelli miei, l’arcobaleno e i ponti del superuomo?"

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