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OSTIA NOT DUBAI #Periferia che viene 3.0

Venerdì 3 Febbraio Ore 17.30 al Teatro del lido Occupato

Discutiamone con Paolo Berdini:
Urbanista, autuore del libro “Le Mani Sulla Città” – 2011, Ed. Alegre

A SEGUIRE CENA SOCIALE A SOTTOSCRIZIONE

Ore 22.00
spettacolo di beneficenza creativa “aiuta un giovane comico”
di,con e per Daniele Fabbri

*Porta la tua proposta per costruire un altra Ostia,
le raccoglieremo tutte in un bussolotto da presentare al municipio…

verso il corteo territoriale del 25 Febbraio—>
verso la settimana di mobilitazione di Febbraio—>
http://www.facebook.com/notes/collettivo-lofficina/disegnare-il-presente-costruire-un-altra-citta/230409297037922
http://www.infoaut.org/index.php/blog/metropoli/item/3711-disegnare-il-presente-costruire-unaltra-citt%C3%A0

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Cosa si nasconde dietro l’operazione di marketing chiamata WATERFRONT?

Chi sta spingendo per raddoppiare l’aereoporto Da Vinci e i porti di Fiumicino e Ostia?

Chi guadagna speculando sul nostro territorio, pretendendo casinò, isole artificiali e campi da golf?

Le città sono diventate i luoghi in cui il fiume di denaro virtuale creato dall’economia finanziaria si materializza con enormi speculazioni. Un’idea di città che ritroviamo nell’Amministrazione Alemanno – legata non solo ai poteri forti ma anche all’estremismo di destra – come in quelle precedenti di centrosinistra, unite tra loro da una lucida e continuativa produzione legislativa, a cui è urgente contrapporre una diversa idea di città.

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Report e Riflessioni 2a Assemblea Pubblica sulla Periferia Ostiense

 

 DISEGNARE IL PRESENTE, COSTRUIRE UN ALTRA CITTA’

“Costruiremo una città attorno alla cattedrale, creeremo una libera comunità.
Non ci occorre il genio: il genio è morto. Ci occorrono mani forti, spiriti disposti a farla finita con i fantasmi e a mettere su carne.” H. Miller


Ogni crisi ha le sue opportunità. La storia insegna che questi momenti possono essere la genesi di nuove traiettorie sociali, rivoluzionarie se avremo la capacità di mettere in discussione la prassi e la teoria. Da questo momento è doveroso interrogarci sul ruolo del legislatore, in un periodo storico dove il rapporto con la struttura economica non permette agli stati di esercitare la piena sovranità. L’attuale situazione ci costringe a ripensare i meccanismi della democrazia e lo dobbiamo fare a partire dalla logica della rappresentanza.

Costruire nuove traiettorie vuol dire sperimentare nuove forme del fare comunità, mettendo in chiaro sin da subito che il tempo delle deleghe sulle scelte della nostra vita è oramai terminato. Perché non conta che al governo ci sia il professore al posto del pappone di Arcore: è l’economia finanziaria a manovrare la democrazia contemporanea al posto dei parlamenti, con il potere quindi che rimane altrove, parecchio distante dalle reali esigenze della popolazione, su cui ricadono il peso dei tagli e delle privatizzazioni. Difendere poi il pubblico, nonostante le sue esplicite contraddizioni e senza sperimentare nuove istituzioni del comune, è come candidarsi a suonare il violino sulla prua del Titanic.

È qui che ha inizio la “resistenza”. Quando i senza voce pretendono di prendere parola.

Oltre il privato ma anche oltre il pubblico. L’esperienza del Teatro del Lido di Ostia dimostra chiaramente come sia possibile riappropriarsi delle istituzioni democratiche in dismissione per riportarle a nuova vita. Gli asili autogestiti in Grecia, quanto gli ospedali in Catalogna, raccontano lo stesso processo costituente. L’occupazione abitativa di Porto Fluviale a Roma è la dimostrazione di come può essere valorizzato il patrimonio pubblico, contro i processi di svendita che stanno per essere messi in campo.

Queste esperienze, figlie della cooperazione tra gli individui, sono il valore aggiunto prodotto dalla relazione tra le persone. Sono le istituzioni del comune che prendono vita. Le comunità sono il motore della trasformazione. Avere il coraggio di gridare, come farebbe un rapper del lido, “fanculo la sinistra, siamo noi l’opposizione”, vuol dire iniziare a smascherare la logica del compromesso al ribasso quando non esiste più mediazione possibile, essere stanchi delle briciole e desiderare di mangiare in testa ai sovrani. Individualizzati, senza spazi di condivisione, precari nel lavoro, nello studio e negli affetti: siamo noi il corpo vivo di questa metropoli. Come la teniamo in vita, la possiamo distruggere e ricostruire.

Questo è il tempo della sperimentazione. Dal 20 al 26 Febbraio si svolgerà la settimana di mobilitazione che coinvolgerà il territorio di Ostia. Una settimana pensata per connettere le vertenze e le soggettività che vogliono essere motore della trasformazione di questa periferia. Il 25 Febbraio, in concomitanza con i festeggiamenti dei due anni di occupazione del Teatro del Lido, sfileremo per le strade del litorale di Roma per dire che costruire un’altra Ostia è possibile, oltreché indispensabile.

Diritto alla casa, scuola, sanità, waterfront, spazi di socialità e trasporti pubblici sono alcuni dei temi che vogliamo mettere sul piatto della discussione. Abbiamo bisogno di disegnare il presente per costruire un’altra città, più vivibile e a misura d’uomo, perché i poteri forti sono nuovamente pronti a violentare il nostro territorio. Trasformare la periferia che viene, è questa la più grande opportunità nel tempo della crisi.

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Report 1a Assemblea Pubblica sulla Periferia Ostiense

La discussione del 22 Dicembre si è articolata in un momento di confronto e una fase propositiva. Questo breve documento non è un tentativo di sintesi della discussione nè il report degli interventi, ma piuttosto una riflessione su alcune traiettorie comuni che si possono costruire insieme. Prossimo appuntamento giovedì 12 Gennaio ore 19.00.

La crisi del capitalismo non apre automaticamente una fase di lotte sociali, come la crisi della rappresentanza non vuol dire automaticamente costruzione di nuove forme di partecipazione. Il capitale si può distruggere e rigenerare. Alle soggettività in movimento il compito di costruire spazi politici di cambiamento. Al movimento il compito di costruire l’alternativa.

Elemento centrale da cui bisogna partire sono i territori, nelle sue diversificate articolazioni e specificità, iniziando sopratutto da un indagine accurata delle sue trasformazioni e stravolgimenti. Dal posto di lavoro ai luoghi della socialità, dalle diroccate sedi del welfare (scuola, ospedali, etc.) fino ai beni comuni (acqua, spiagge, etc.). Difendere il territorio dalla svendita del patrimonio pubblico e dalle privatizzazioni è sicuramente il primo elemento su cui costruire l’azione comune.

Altro elemento che emerge è il bisogno di fare comunità. Mettere alla base il valore che si produce nella relazione tra esseri umani, uscire dalla solitudine delle lotte vertenziali e dai limiti del sindacalismo, per costruire nuovi luoghi d’attivazione. Una comunità non identitaria nè autoreferenziale, che si confronti e sappia preservare le diversità come elemento di crescita e di continua espansione e radicamento nel territorio.

Questi sono alcuni elementi da cui partiamo per confrontarci. Utilizzeremo la riappropriazione di spazio e tempo come strumenti di azione politica.

PROPOSTE DI ATTIVAZIONE:

Settimana di mobilitazione dal 20 al 26 Febbraio 2012. Ogni realtà, in qualsiasi giorno della settimana, metterà in campo un iniziativa di comunic/azione sulla propria vertenza/rivendicazione.

Corteo Cittadino Sabato 25 Febbraio 2012. In concomitanza con i festeggiamenti per i due anni di occupazione del Teatro del Lido, daremo vita ad una manifestazione che percorrerà i luoghi più importanti del territorio.

– Momenti di confronto sulla crisi economica e delle istituzioni pubbliche.

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Adesione Sit-In per la sanità pubblica del 7 dicembre

Aderiamo al sit-in indetto dalla R.S.U. per il giorno 7 dicembre alle 10.30 presso la direzione generale di Casal Bernocchi, in difesa della sanità pubblica e dei servizi socio sanitari dell’ASL Roma D.

Scendiamo in piazza, come già in passato per la sopravvivenza del presidio socio-sanitario del Sant’Agostino e per la Casa della salute della donna e del bambino, per opporci all’ennesima speculazione in ambito medico-assistenziale che si sta abbattendo sui cittadini del XIII Municipio, e per ribadire ancora una volta il nostro rifiuto e la nostra condanna al sempre più rapido e sfacciato smantellamento della sanità pubblica all’interno del complessivo e schizofrenico impianto di tagli al sistema welfaristico ordito e giustificato dalla crisi economico-finanziaria che giornalmente scontiamo per conto d’altri.

In nome dell’austerity e dietro la scusa spauracchio della crisi, si tenta l’impossibile con la demagogia, caldeggiando come indolori quelle privatizzazioni, per loro garanzia di efficienza e maggior qualità, tanto invocate dalla giunta Polverini e dai suoi scagnozzi periferici dalla memoria sempre più corta e vacillante. A maggior ragione oggi, alla luce della stessa recessione globale e della conseguente razzia spregiudicata in atto verso gli altri beni comuni quali casa e istruzione solo per citarne alcuni, riteniamo, al contrario, ancora più inammissibile e criminale legittimare e legalizzare queste scellerate manovre politiche ed imprenditoriali che compromettono la reale sussistenza di un bisogno imprescindibile quale quello ad un servizio pubblico e di qualità non ad appannaggio di soli pochi privilegiati.

Infine, scendiamo in piazza soprattutto accanto ai lavoratori, da tempo in carenza di organico e in balia dei criteri del tutto discrezionali della direzione in tema di trasferimenti e riorganizzazione, perché coscienti dell’importanza centralizzante rivestita dalla salvaguardia della loro condizione lavorativa per la realizzazione di quel servizio di qualità che tutti pretendiamo.

Collettivo L’Officina

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Contro la militarizzazione e la diffamazione di Ostia Nuova

Questi giorni abbiamo girato per il quartiere di Ostia Nuova, la “Piazza” tanto pericolosa, volantinando e parlando con gli abitanti della zona, portando la nostra solidarietà per la pesante diffamazione e la forte militarizzazione che stanno subendo. Abbiamo incontrato gente arrabbiata per ciò che stanno vivendo: posti di blocco che neanche Kabul, vecchiette identificate dalle “forze dell’ordine”, gente fermata e perquisita ogni momento.

Come abitanti di Ostia, non possiamo che non schierarci contro questo piano messo in atto per discriminare un intero quartiere, il cui fine è chiaro a tutti, liberare un parte di territorio con sgomberi, sfratti e polizia per fare spazio ad alberghi, porti e boutique. La mafia esiste a Ostia, ma è quella dei palazzi, degli speculatori, è quella che vuole distruggere Ostia, partendo da Piazza Gasparri, per fare speculazione!

Ecco il testo del volantino

Quindici volanti, un cingolato e un elicottero della polizia. Nuova Ostia occupata militarmente, sequestrata e perquisita dalle forze dell’ordine. Perfetto spot firmato dal questore Francesco Tagliente che, insieme a politici e giornalisti, ha disegnato le strade intorno a p.zza Gasparri come vie della criminalità organizzata, riproponendo la storiella del quartiere ghetto che tanto fa comodo a chi ha troppe responsabilità sulla coscienza. Un copione alla CSI Miami che si è concluso con multe per mancanza di patente, nonchè perquisizioni a persone e negozianti che centrano poco con i due omicidi della scorsa settimana. Se questa è la vostra sicurezza, sinceramente possiamo anche farne a meno. Esprimiamo Solidarietà incondizionata agli abitanti di Nuova Ostia.

A Roma c’è il pizzo , il riciclaggio, il traffico d’armi, il traffico di droga e di prostitute. Benvenuti nel mondo reale. Non c’era bisogno di due omicidi per rendersi conto che la criminalità organizzata stesse sui nostri territori. Soltanto chi vive sulle nuvole non lo sapeva. Sentire poi la voce della politica prendere parola per chiedere più sicurezza in termini di repressione poliziesca, quando sono le amministrazioni che hanno regalato appalti e concessioni balneari a certi soggetti, completa un quadro che ai nostri occhi sfiora il ridicolo. Non c’è partito politico che non abbia le sue responsabilità.

Ora sveliamo un segreto agli abitanti delle nuvole: Il vero criminale non abita nelle popolari di Nuova Ostia. Il vero criminale affitta e vende palazzine, costruisce con gli appalti della politica e dorme nella villa nei quartieri bene della capitale. Se non impariamo a distinguere la differenza poi tra criminalità di potere e illegalità di sussistenza (che per alcuni vuole dire sopravvivere alla crisi economica), accettiamo queste operazioni da bieco telefilm americano. La criminalità vera uscirà fuori quando la scatola indefinita chiamata waterfront, diventerà appalti milionari per costruire speculazioni di ogni tipo sul litorale romano.

Non aderiamo alla fiaccolata perchè le operazioni politiche da campagna elettorale non ci piacciono. Volantineremo nel quartiere per dire che la nostra sicurezza non è proporzionale alle volanti di polizia per strada, ma si misura in termini di risposte all’esigenze e ai bisogni delle persone.

Pretendiamo una risposta sull’emergenza abitativa, sulla sanità al collasso e sulle scuole che cadono a pezzi. Pretendiamo una risposta sul tema del reddito come sul tema degli spazi di socialità. Pretendiamo una risposta sul presente di una generazione precaria. Tutto il resto rimane il teatrino della triste politica all’italiana. Schifoso e parassitario. Sostanzialmente da rovesciare.

 

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