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Idroscalo: davanti la prepotenza, siamo tutti idroscalesi

Ieri sera abbiamo raggiunto i residenti dell’Idroscalo di Ostia lido,
mobilitati per la notizie dello sgombero e degli abbattimenti di questa
mattina. Mentre si restava svegli tutta la notte per presidiare la
piazza centrale, centinaia di agenti delle forze dell’ordine
raggiungevano Ostia.
Nella tarda notte arrivavano notizie
frammentarie di una città letteralmente invasa, di strade bloccate e
tir con ruspe a carico. Alle prime luci dell’alba abbiamo visto
centinaia di divise e decine di camionette dei reparti mobili di
polizia, guardia di finanza, carabinieri e addirittura del corpo della
forestale percorrere in assetto anti-sommossa via dell’Idroscalo (circa
600 sentendo un discorso tra colleghi in divisa).

Questo
esercito è stato prima bloccato con le macchine dei residenti, poi dai
corpi delle coraggiose madri e donne del piccolo borgo, schierate
davanti a scudi, caschi e manganelli.
I capi dell’operazione non
hanno dato margine di trattativa, aggiungendo che se le strade non
fossero state liberate, sarebbero immediatamente iniziate le cariche e
gli arresti. Mentre iniziavano a susseguirsi politici, giornalisti e
funzionari della pubblica amministrazione, la polizia municipale
invadeva le case degli abitanti. La resistenza pacifica è durata per
circa due tesissime ore.

Circa 30 famiglie, alcune che da più di
quart’anni vivono nel borgo, si sono viste entrare dentro casa
sconosciuti in divisa, senza che gli fosse mostrato alcun permesso
cartaceo. Poco tempo dopo sono iniziate le prime demolizioni.
Destinazione residence Ardeatina, per poi essere sbattuti per strada a
telecamere spente . Tra lacrime, sconforto e urla, le ruspe hanno
iniziato il loro lavoro. Quella che è stata annunciata come
un’operazione di messa in sicurezza, si è rilevato l’ennesimo abuso di
potere.

Nella notte gli abitanti del posto ci raccontavano come
le famigerate “inondazioni dell’Idroscalo” siano iniziate solo dopo la
creazione del porto e dei cantieri navali che hanno distrutto tutta una
spiaggia, e di come la messa in sicurezza della zona può essere fatta
tranquillamente senza cacciare la gente da casa. Quello dell’Idroscalo
si rivela l’ennesimo affare sporco. Sono evidenti fin da subito gli
interessi economici dell’operazione che come già annunciato avrà una
seconda parte. Da anni si parla di allargare il porto per consegnarlo a
chissà quale imprenditore privato.

Davanti alla rabbia che si
può provare nel vedere gente cacciata dalle proprie abitazioni, viene
da chiedersi se davvero siamo tutti uguali o forse qualcuno vale meno
di altri. Noi per conto nostro abbiamo deciso di stare dalla parte
delle famiglie dell’Idroscalo, perché riteniamo incedibile il loro
diritto alla casa. Davanti la prepotenza dello stato, siamo tutti
idroscalesi.

Posted in Generale.