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La Classe Operaia Conquisterà il Paradiso

Il collettivo politico “l’Officina” sceglie, in questi giorni che precedono lo sciopero nazionale dei lavoratori metalmeccanici indetto per il 28 gennaio, di esprimere tutta la sua solidarietà agli operai in lotta contro il nuovo contratto FIAT.

La mancanza di poli industriali FIAT nel nostro territorio non ci rende estranei a questa vicenda di carattere nazionale, trasversale non solo all’azienda torinese, ma anche ai diversi settori lavorativi. Infatti, quello che a più riprese è stato definito “modello Marchionne”, sponsorizzato dai partiti di governo (e spesso anche di opposizione), dagli industriali e dalla maggioranza dei sindacati istituzionali, viene visto non solo come una medicina efficace per l’azienda di Torino ma per tutta l’industria e l’economia italiana, quindi auspicabile per un futuro utilizzo in tutti i settori lavorativi. Per questo il collettivo ha scelto, con azioni simboliche e d’impatto, di richiamare l’attenzione della popolazione del tredicesimo municipio su una battaglia che se oggi interessa solo i lavoratori FIAT, a breve potrebbe riguardare tutto il comparto produttivo nazionale.

Il “modello Marchionne”, un accordo di lavoro estraneo allo stesso Contratto Collettivo Nazionale, è espressione di un nuovo piano capitalista che mira a cancellare tutte le conquiste dei lavoratori fatte in più di cent’anni di lotte, al fine di ridurre il dissenso nelle fabbriche e nei posti di lavoro in cambio di un maggior profitto della classe dirigente. Lo stesso accordo di lavoro, aldilà del proprio contenuto, è stato proposto agli operai come un ricatto contrario a ogni logica “democratica”, un referendum a senso unico, della serie: o un contratto a nostro favore e contro i vostri interessi o la disoccupazione.

Nello specifico poi, questo contratto, sembra portarci indietro in un passato industriale che a oggi lo si poteva trovare solo nei romanzi di Charles Dickens o nei paesi dell’Asia e dell’Est Europa. Infatti, questo nuovo modello, prevede ad esempio una riduzione delle pause di lavoro sulla catena di montaggio che vanno dalle due di 15 minuti e una da 10 del contratto precedente, a tre di 10 minuti con il nuovo accordo. Quelli che a qualcuno potrebbero sembrare solo dieci minuti, sulla catena di montaggio sono un’eternità, in oltre, meno pause sul lavoro vogliono dire più stanchezza e distrazioni, distrazioni che in fabbrica troppo spesso si vanno a trasformare in incidenti a volte anche fatali. Abbiamo raffigurato sul nostro territorio sagome di operai, per sottolineare che già troppi morti ci sono stati per gli interessi del padronato. Ma questo contratto prevede anche la creazione di turni lavorativi di 10 ore sulla catena di montaggio, non che la possibilità dell’azienda di indire straordinari obbligatori senza preavviso ai sindacati, il mancato pagamento della malattia se in concomitanza ai giorni di ferie, permesso o riposo settimanale (non ci si può ammalare di lunedì, eh!), corsi formativi obbligatori e non retribuiti, cancellazione di ogni premio di risultato.

La rappresentanza sindacale all’interno della fabbrica non sarà più eletta dai lavoratori ma dall’azienda, che tollererà esclusivamente la presenza negli stabilimenti dei sindacati firmatari dell’accordo. Inoltre la dirigenza si avvale della possibilità di sanzionare individualmente (anche con il licenziamento) chi non rispetta tutte le clausole del contratto, in parole povere vietando ogni forma di dissenso nei confronti dell’accordo ledendo quello che da sempre viene ritenuto uno dei diritti principi, quello allo sciopero.

Per tutti questi motivi il collettivo “l’Officina” si schiera affianco dei lavoratori in lotta, perché sa che se ieri è toccato ai lavoratori di Pomigliano, oggi a quelli di Mirafiori, domani potrebbe toccare a tutti noi!

Vogliamo inoltre denunciare la complicità dei sindacati istituzionali e dei partiti politici con questo piano industriale. Vogliamo denunciare come il partito erede della “sinistra” italiana, il PD, sia rimasto in molti casi colpevolmente in silenzio riguardo alla questione del “modello Marchionne” o altrimenti si sia schierato in favore del contratto, come hanno fatto il sindaco di Firenze Renzi e quello di Torino Chiamparino, due persone che molti vedono come il futuro del partito. Non c’è bisogno invece di commentare il ruolo dei partiti di governo come il PDL, che ha sempre difeso a spada tratta gli interessi degli industriali, e la Lega, che si dimostra un burattino manovrato dall’ establishment.

Poi ci sono tutti quei sindacati collaborazionisti come Cisl e Uil che hanno scelto di firmare il contratto di Marchionne senza opporre nessuna resistenza, anzi, spesso dichiarandosi entusiasti di questa novità, felici di non avere bisogno più del consenso degli operai ma di quello dell’azienda. Per non parlare dell’impegno profuso dagli stessi per dividere il proletariato e  mettere i lavoratori l’uno contro l’altro per indebolirli! E oltre tutto sarebbe importante che la Cgil oltre le parole forti, convocasse lo sciopero generale, utile per mostrare come il contratto FIAT non sia una questione interna all’azienda di Torino ma che riguarda tutti i lavoratori.

Vogliamo poi precisare che il collettivo “l’Officina” si schiera con i lavoratori metalmeccanici e non con i sindacati. Oggi apprezziamo l’impegno della FIOM in questa giusta lotta, anche se non sempre abbiamo potuto dire lo stesso del suo operato. Per questo ci affianchiamo e proponiamo la lotta operaia autorganizzata, una lotta che escluda ogni possibilità di sotterfugio e ambiguità, perché se è l’individuo a farsi carico del proprio bene non si andrà mai incontro a fraintendimenti ma a condizioni lavorative corrette. È l’autogestione e l’organizzazione orizzontale il futuro della lotta!

Forse può sembrare in questo comunicato che abbiamo usato termini e concetti di altri tempi, superati, perché  parliamo ancora di turni di lavoro al posto di Joint Venture, perché parliamo di capitalismo al posto di investimenti, perché parliamo di proletariato nel 2011, ma nella realtà dei fatti, gli operai esistono ancora, così come esistono capitalisti stile Marchionne il cui unico interesse è il profitto. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a ciò, non possiamo illuderci di un futuro di benessere generale derivato dal capitalismo, perché l’unico sbocco possibile è sempre maggior disuguaglianza a favore di pochi.

SOLIDARIETA’ AI LAVORATORI IN LOTTA

INSIEME NELLO SCIOPERO DEL 28 GENNAIO

Collettivo “l’Officina”


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